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FUMMO
Antonio
a Napoli (°1843)
FIRENZE - " 2479. Fummo Antonio, Napoli. — Pianoforte e Fisarmonica unita (chiamato Piano-Melodio.)" Atti officiali della Esposizione italiana agraria, industriale e artistica ..., 1861, p. 122
FIRENZE - "Che nel lavoro del Fummo, anziché l'unione dei due strumenti, non se ne ha per vero che una semplice giustapposizione; che volendo suonare il piano-forte soltanto, il suonatore è costretto a stare in una posizione incomoda e sgradevole, con le braccia in avanti protese; che a questi difetti conviene portare un rimedio facendo che i due strumenti sieno veramente ed intimamente congiunti : vale a dire facendo in modo che la tastiera dell'armonium possa mandarsi sotto a quella del piano-forte, e che le due tastiere possano suonarsi a piacere congiunte o disgiunte, come suol praticarsi sugli organi a più tastiere." Esposizione italiana tenuta in Firenze nel 1861, Volume 2, 1861
FIRENZE -
"Fummo Antonio, Napoli. — Piano forte e fisarmonica (detto
Piano-Melodio)." Esposizione Firenze, 1861
Catalogo
officiale pubblicato per ordine della Commissione reale,
Firenze, 1862
FIRENZE -
"Il signor Fummo di Napoli, ha un
bellissimo Piano a coda, a doppia tastiera - una sovrapposta all’altra
-formante, in un solo stromento, Piano ed Armonium. Certo la voce non è
paragonabile aquella del Fonocromio De Lorenzi, ma è un buon Piano,
esarebbe migliore, se il prezzo non fosse un tantino elevato."
Sulla esposizione di Firenze lettere di Carlo
Pisani Carlo Pisani, 1861, p. 47
FIRENZE -
"Fummo Antonio di Napoli, espose, sotto
il titolo di piano-melodium, un piano forte a coda congiunto ad un
armonium, del prezzo (secondo la denunzia sul builettino) di lire 4500,
ridotto però nell atto dell'avvenuta vendita a sole lire 4000.
Il
piano-forte ha voce di buon carattere e tastiera scorrevole, senza che
per altro presenti qualità straordinarie.
Il melodi uni o armonium che
vogliasi, ha due buoni registri (flauto e violoncello): gli altri noi
sembrano: ma l'apparate pneumatico non pare ben calcolato, perchè lo
strumento riesce, come suol dirsi, asmatico.
L'armonium è incastrato tra i piedi anteriori del piano-forte, di
maniera che la tastiera di questo rimane a modo di gradinata continua
superiormente a quella dell'altro. Per poter poi servirsi dei pedali del
piano-forte, ne è modificato il movimento in modo, che se ne pone in
azione il congegno con uno sforzo laterale dei piedi contro le teste di
due ordigni, situati in mezzo e al di sopra dei pedali dei mantici
dell'armonium: così il suonatore può servirsene senza cessare di
alimentare il serbatoio dell'apparato pneumatico.
Intorno a questo duplice strumento la Sezione si è trovata alquanto
discorde :
poiché mentre tutti concordavano che al Fummo si dovesse incoraggiamento
e lode, perchè nel portare ad atto un'idea di per sé stessa non nuova,
aveva studiato ed immaginato mezzi di attuazione diversi da quelli
praticati da altri, e perchè con la congiunzione dei due strumenti ha
raggiunto un complesso di piacevole effetto, specialmente se il duplice
strumento sia suonato da chi sappia farne brillare i pregi e
dissimularne i difetti, altri volevano che si proponesse al Fummo anche
il conferimento della medaglia, altri che si stasse contenti alla
menzione di lode indicata di sopra; e questi ultimi, che in fine
costituirono la maggioranza, appoggiarono questa loro opinione
specialmente alle seguenti considerazioni :
vale a dire che nel lavoro
del Fummo, anziché l'unione dei due strumenti, non se ne ha per vero che
una semplice giustapposizione; che volendo suonare il piano-forte
soltanto, il suonatore è costretto a stare in una posizione incomoda e
sgradevole, con le braccia in avanti protese; che a questi difetti
conviene portare un rimedio facendo che i due strumenti sieno veramente
ed intimamente congiunti :
vale a dire facendo in modo che la tastiera
dell'armonium possa mandarsi sotto a quella del piano-forte, e che le
due tastiere possano suonarsi a piacere congiunte o disgiunte, come suol
praticarsi sugli organi a più tastiere."
Consiglio
dei giurati : Cenno sommario dui giudizi emessi dalla commissione
...,
1861
Subito dopo il pianoforte Fummo, il lettore
troverà una grande porta di ferro, alla quale il signor Ciani di Firenze ha
adattato una serratura, di così ammirandi e complicati congegni fornita, che
non ha in se meno di trentanove milioni novecentosedicimila ottocento
combinazioni ! ..."
Viaggio attraverso l'Esposizione italiana del 1861 :
guida crito-descrittiva con la pianta del palazzo della Esposizione',
1861, p. 30
(Archive.org)
FIRENZE -
In mezzo a quei tanti oggetti d'arte, in mezzo ai vari prodotti della
industria, della operosità e della scienza, in mezzo a tanto avvicendarsi di
persone di tutte le classi, quel suono dolce e melanconico si spandeva come
angelico accento a compire l'incanto che veniva destato dal tempio maestoso
che si era eretto simbolo della grandezza e della unità della patria.
Era il compimento dell'armonia che regnava in quel loco, era un'ultima
espressione che il loco stesso dettava negli animi, era infine un soave
riposo nel quale la mente posava serena e tranquilla, tentandosi delle
fatiche presenti e lusingandosi, pel ben della Nazione, delle avvenire.
Ed è appena ad immaginarsi come a quel suono tutti corressero torno, e come le
visitatrici gentili facessero volentieri corona allo strumento donde quel
suono da abile mano veniva tratto.
Quotidianamente un valente artista napoletano, il Professor Mattei, si
conciliava l'attenzione dei più sonando il Piano-Melodio del fabbricante
signor Fummo di Napoli. La poca conoscenza che presso di noi si aveva di uno
strumento di quel genere, la novità degli effetti che ne usci vano, e
l'abilità del Pianista che lo trattava, fecero si che gli amatori si
entusiasmarono, e applaudirono costanti e concordi le dolci armonie che il
nuovo strumento veniva loro ad offerire.
A questo favore si unirono poscia le dichiarazioni, e le de clamazioni della
stampa, e quasi tutti i giornali di Firenze sciolsero elogi al Piano-Melodio
e al suo fabbricante. Passata la prima impressione, e dopo di aver udito più
volte questo Piano-Melodio, il nostro giudizio è sperabile venga ragionevole
e spassionato : il che ci auguriamo sempre volentieri, ma molto più questa
volta che l'oggetto da esaminarsi ha su scitate opinioni fra esse assai
differenti e discordi.
Il difficile per dare un giudizio in arte, e segnatamente nell'arte musicale,
o in ciò che ad essa essenzialmente attiene, sta nel determinare il punto di
accordo e quasi diremo di transazione tra l'effetto, o lato unicamente
estetico, e le regole dettate dai principi della pura meccanica.
L'eccessivo servilismo a queste rende pedanti, incatena il genio, e impedisce
all'arte molte più volte il corso di quello che ne ripari la caduta, il far
conto solamente di quello, può spingere a falsi e precoci giudizi, può
pervertire il gusto cogli allettamenti di una strana novità.
Secondo questa massima per giudicare il Piano Melodio del Fummo debbesi dunque
tener conto dei dettami di certe regole esclusivamennte meccaniche, e
valutar giustamente l'effetto che ha suscitato presso tutti coloro che gli
hanno tributato incoraggiamento, ammirazione ed applauso.
Imprenderemo prima l'esame dello strumento del Fummo dal lato solamente
materiale ed esterno. Il Piano-Melodio consta della unione del Pianoforte
colla Fisarmonica all'oggetto, in parte come nei Duplex a ottone, di trarre
i suoni ora dall’uno, ora dall'altro strumento, ed intrecciarli quando che
piaccia con leggiadria e con vaghezza.
Il Pianoforte e la Fisarmonica sono strumenti di una natura assai differente,
secondo che vedremo quando ci sarà dato di esaminare strumenti di questo
genere: l'eccessiva disuguaglianza del loro meccanismo si riflette
naturalmente nelle loro qualità musicali, ma ad onta di questo si è cercato
di unirli colla lusinga di qualche nuovo e successo.
Così è che la unione del Pianoforte collapiacevole Fisarmonica in un solo
strumento non è cosa nuova, nè il signor Fummo l'ha per il primo tentata.
Già da molti anni se ne è fatta in Francia e in Germania la prova, e se ne è
studiata la migliore attuazione e riuscita.
L'importante sta nel situare l'Armonium in guisa da potersi liberamente
suonare senza rendere incomodo il maneggio della tastiera del Pianoforte. Al
che ben si provvede sottoponendo l'Armonium al Pianoforte, e collocandolo
precisamente nel luogo che d'ordinario è ingombrato dai pedali.
In tal guisa la tastiera dell'Armonium viene a porsi poco al di sotto di
quella del Pianoforte e in posizione da potersi padroneggiare ambedue colla
medesima facilità. Ma questa non è l'ultima perfezione alla quale si è
portato l'accoppiamento del Pianoforte colla Fisarmonica.
In Francia ed Inghilterra dove da molto tempo si fabbricano questi, ora detti
Piani-Melodi, si uniscono i due strumenti in modo da potersi sonare, ora
l'uno, ora l'altro, colla medesima tastiera. E questa forma che non ha
sperimentata, ne ha portata nel suo strumento il signor Fummo, sarà sempre
il miglior vantaggio che presenterà questa unione, perchè qualunque cosa se
ne voglia dire non ci sembra che, sonati assieme, i due strumenti citati
vadan molto d'accordo.
Come nuovo lavoro meccanico lo strumento del Fummo non ha per questo nel suo
assieme che poca importanza, e la mente dell'osservatore non può che
ricondursi a vedere se il fabbricante del Piano-Melodio ha infine costruito
un buon Pianoforte e una buona Fisarmonica.
Il Piano-Melodio del Fummo è prima di tutto un bellissimo oggetto, è lavorato
finamente al l'esterno, ed ha una forma semplice e graziosa. La connessione
dei due strumenti è ben disegnata ed eseguita, e presenta un tutto leggiadro
ed elegante.
Il Pianoforte è di buona fabbricazione, la voce ne è abbastanza rotonda ed
uguale, ed il suono abbastanza pronto : ottimo il meccanismo e congegnato
con singolar precisione. Infine il Piano forte sembra lavorato assai bene e
da offrire bastanti garanzie di precisione e di stabilità.
La sottoposta Fisarmonica è lavorata anch'essa all'esterno in modo da
sodisfare a qualunque esigenza. Nella fabbricazione però di questo strumento
i meriti del Fummo si spiegano forse più che in quella del Pianoforte,
perchè certe qualità e certi effetti, più degli altri nell’ Armonium
richiesti, è riuscito ad ottenere con lodevolissimo resultato.
Di origine germanica questo strumento è stato importato fra noi da non
moltissimo tempo, ha ottenuto un successo di gradimento, ma non si è molto
generalizzato : e ciò è attribuibile al carattere suo melanconico e quieto,
che è più conforme all'indole dei Tedeschi che alla nostra.
La difficoltà maggiore che presenta la sua costruzione consiste principalmente
nella fattura e disposizione delle linguette, sia per ottenere un suono
pronto, e non tardivo ed asmatico, sia per ottenere un bel suonono, e che si
avvicini a quello dei diversi strumenti che si è in teso imitare.
E qui il signor Fummo deve esser veramente elogiato: la voce del suo Armonium
è prontissima e bella tanto da disgradare quella dei strumenti imitati. Si
noti ancora che egli ha cor redato il suo strumento non meno che di dieci
registri i quali tutti corrispondono perfettamente, indicando cosi quale
studio e qual diligenza sia stata posta nel taglio e nella misura delle
linguette che emettono appunto una voce diversa in ragione della loro
grandezza.
Il Flauto ed il Violoncello, per esempio, sono imitati a perfezione, e tutti
offrono una voce uguale e bella, la quale senza che venga soffocata dalla
sovrapposizione del corpo armonico del Pianoforte, si spande benissimo per
una nuova disposizione che a quest'oggetto ha saputo dare il fabbricante
alle linguette.
L'Armonium del Fummo è perciò uno strumento molto ben fabbricato, e unito al
Pianoforte ha potuto rendere quegli effetti dei quali a nostro credere, si è
voluta di troppo esagerar l'importanza.
Su di che eccoci alla seconda parte delle nostre osservazioni. Visto che la
unione del Pianforte colla Fisarmonica non è cosa nuova, che non presenta
difficoltà meccaniche, rimane a provarsi quanto valore abbia in sè stessa,
quali e quanti vantaggi presenti nell'arte, perchè il Fummo, che a quanto
asserisce è stato il primo che l'ha eseguita in Italia, abbia i meriti che
si debbono non che un inventore, ad ogni introduttore di una qualunque
riforma, di un qualunque nuovo sistema.
Giusti e spassionati ci sembra dover convenire che il Piano-Melodio non ha
veramente un vero e nuovo valore estetico. Un'opera d'arte in sè stessa e
per conseguenza anche un lavoro musicale, ha un lato estetico, al quale, è
vero pur troppo, il meccanico deve deferire e a una cert'ora soggiacere, ma
il Piano-Melodio alla perfine non è che uno strumento, e quindi un semplice
mezzo di esecuzione e non altro.
Se vogliamo non è che uno strumento a fiato accompagnato dal Pianoforte, che
non presenta che la metà dell'effetto che si otterrebbe dal suono distinto
del Pianoforte e della Fisarmonica. E quel favore universalmente spiegato,
al quale si fa appello in suo vantaggio, è solo la conseguenza di un
prestigio che per una virtù di circostanza gli fu dato spiegare.
Il pubblico giudicò il Piano-Melodio col criterio col quale si è
disgraziatamente avvezzato a giudicare delle opere musicali: in oggi si
accoglie un' Opera musicale come una Donna, e le si fa migliore accoglienza
in ragione della sua maggior gioventù.
E cosi fu del Piano-Melodio: era quasi per tutti uno strumento non conosciuto,
faceva lieto il locale per certe graziose armonie che il Pianista Mattei
sapeva trarvi, e visitatori e visitatrici gli accordarono il lor favore, che
non è per questo che un favore di circostanza.
Dov'è questo progressivo sviluppo, questo perfezionamento del Pianoforte tanto
vantati? Cosa si fa di più e di nuovo? Si suo nano con molto studio dei
pezzi di musica con due strumenti di una natura del tutto differente, e
l'accordo dei quali presto si manifesta per poco naturale e sforzato.
La Fisarmonica non si presta che alla musica patetica e melanconica , ai suoni
legati e uniformi, e il Pianoforte invece trova in questo genere di musica
tutta la difficoltà. Le specialità della prima sono, per bisogno del suo
organismo, le note tenute, e del secondo invece la rapida siccessione delle
note e l'agilità.
La unione della Fisarmonica all' Organo è certo più conveniente perchè fra i
due strumenti vi è maggiore affinità, e la dolcezza di qualche registro a
linguette non può facilmente trovarsi colle canne, ma col Pianoforte, a
menochè non si suoni ora l'uno ora l'altro strumento colla medesima
tastiera, non ha alcuna comodità e mai un'importanza estetica ; e la
considerazione da offrirgli non si spinge più oltre di quella che può
meritare un oggetto, che per qualche nuova combinazione, può servire di vago
e leggiadro ornamento nella galleria di una Signora.
Tutto questo però non pregiudica a che il signor Fummo abbia fabbricati un
buon Pianoforte e una buona Fisarmonica e gli abbia assieme uniti con
perizia di abilissimo fabbricatore. Il valore del Piano-Melodio dopo quanto
abbiam detto, per la virtù del fabbricante, rimane lo stesso: le nostre
ultime osservazioni non si riferiscono a lui artefice abilissimo, ma a chi
segnava nel suo lavoro ciò che egli non poteva neppure aver preteso di fare.
Vi sarebbe adesso un'altra questione, della quale si sono occupati alacremente
i Giornali, quella del premio che al Fummo non è stato conferito. Il nostro
mandato è solo di render conto degli oggetti esposti nell' interesse
economico e industriale della Nazione, e non di far polemiche, ma se ci può
esser permesso di notare a gloria del vero un semplice fatto, diremo che
moltissimi oggetti, e di assai minor pregio di quello esposto dal Fummo,
sono stati premiati.
Questo a debito di giustizia, di verità, e di coscienza. A. C. P. "
La esposizione italiana del 1861 giornale con 190
incisioni e con gli atti ..., 1861, p. 121-122
1862
LONDRA -
"1269.
Fummo, A. Naples. - Piano-melodium with two rows of keys, vertical
piano-melodium, new kind of flute."
The illustrated catalogue of the industrial
department, International exhibition, 1862, p. 14
1867
PARIGI -
"Fummo chev. Antoine,
Naples. — Piano-Mélodium vertical à un seul clavier. — Vinno-Mélodium à
queue à un seul clavier. — Sistre à clavier portatif pour musique
militaire et orchestre." Expo Parigi - L'Italie
économique, avec un aperçu des industries italiennes à l'Exposition ...,
1867
1870
NAPOLI -
Dipoi
il Fummo corse l'Italia e la Francia col suo pianomelodico, e dovunque
fu, eccitò incantevol diletto. In Torino il Re lo fregiò dell'ordine
cavalleresco dei SS. Maurizio e Lazzaro, colla giunta del grado militare
di Colonnello e dell' onore della divisa, con altri titoli di minore
importanza.
Egli rifletteva che nelle
veglie familiari, oltre al canto più facilmente si balla. Il che non si
può fare senza il suono di uno strumento. Intanto il pianoforte è in
casa, e tuttavia manca il sonatore. Ecco una spesa considerevole fatta,
ed ora al bisogno non serve.
E non sarebbe gran sodisfazione ed agio,
qualora si potesse avere dal pianoforte, come sta, il suono di una
contraddanza, di un valser, di una polca, da chicchessia, sol che
sapesse girare un manubrio? Tanto meditava il Fummo e tanto esegui.
Voi,
onorandissimi colleghi, non udiste descrizioni, non vedeste disegni nè
modelli, ma il pianoforte bello e compiuto, in questa sala, sotto i
vostri sguardi, aperto nelle sue viscere al minuto esame di chi era vago
d'internarsi nella tela di sua costruzione.
Era insomma un pianoforte
verticale degli usuali, cui era congiunto un cilindro nella cui
superficie erano disposte un certo numero di sonate, secondo l'uso
ordinario, quante ne poteva ammettere lo spazio tra martellina e
martellina. Chi ne volesse di più, altri cilindri converrebbe avere.
Nel primo il
cilindro sia coricato sull'alto da destra a sinistra, e tiene a sè
inferiore la rastrelliera delle martelline che ne dipendono, e che
situate dinanzi alle corde, le picchiano in quel luogo medesimo, dove
hanno a far lo stesso le martelline che appartengono alla tastiera.
Nel
secondo, il cilindro, armato delle sue martelline, è allogato dietro
alle corde, le quali sono da quelle battute da quel lato; dove
nell'opposto esercitano il medesimo incarico quelle della tastiera.
Quindi, nel primo, il luogo che occupa il cilindro colle sue dipendenze
è di sopra a tutto il resto della macchina; nel secondo è dietro ed in
basso. Per la positura ed online delle parti annesse al cilindro primo,
le martelline si trovano per sito dinanzi alle corde ed ai bischeri,
alle cui teste sono esse avvolte con l'uno de'capi.
Or quando accade
doversi le corde accordare, è. necessità scostare lo impedimento, ed a
questo uopo il cilindro colle martelline ed i loro annessi, attaccati al
cielo della cassa, si riversano con esso indietro, e sgombrano il luogo,
per rioccuparlo finito il bisogno.
La qual maniglia è unita ad un proprio ordigno comunicante colle
martelline della tastiera. L'altra esigenza è: nel pianoforte verticale
le corde sono appiccate sopra telaio fisso; la giunta del cilindro
richiede che fosse mobile; perciocchè in caso di rottura di corda, a
rimetter la sana, non si poteva senza rimuovere il telaio. Col cilindro
situato dietro, le due esigenze sono evitate.
Tanto
vediamo essere avvenuto in Fummo, e non è la prima volta. Egli non
usciva appena di queste mura, che già all' occhio della sua mente
traspariva il da fare, e tra poco il vedeva chiaro, e presto si poneva
all'opera; e senza raccoglier fiato le dava termine e qui la recava.
Ebbe di più a sè in proprio il potere a
volontà rendere piano il suono, non già coi mezzi usuali ne'pianoforti,
bensi con uno nuovo e più razionale, quanto semplice.
E questo è dare
all'uopo più breve corsa alla martellina percotente. Ed invero nelle
condizioni come sono organizzate le martelline rispetto alle corde da
dover picchiare, quanto meno sono da loro lontane, tanto è minore il
momento percossivo con che le vanno a battere; onde il suono piano è più
debole nell'intensione, ma non meno preciso e chiaro del forte.
Ora, sonando col cilindro,
nel mutar sonata, è inevitabile il far sosta un poco, per disporlo
all'altro suono successivo. Laonde, per non dare disagio alle dame ed ai
cavalieri col fargli aspettare cosi ritti, egli si lambiccò il cervello,
e trovò modo di non frapporre tra una sonata, e l'altra, che una pausa,
senza turbar forse quanto porta l'intervallo musicale di una battuta.
Non pertanto, ricordando quanto Antonio Fummo si è
travagliato da dieci anni in qua intorno al pianoforte, testimonii
questo Istituto, e le genti di Italia, e di Francia, e suggellato
dall'esperienza, siccome mostrano i documenti autentici da esso Fummo
pubblicati per le stampe in un buon volume, incominciando dai Decreti
Reali (e noi taciamo di altre invenzioni riguardanti il flauto traverso,
il clarinetto, il sistro, ed altre fuori della rubrica musicale, delle
quali tutte il nostro Istituto fu consapevole e giudice ); considerando
tutto ciò, chi potrebbe mettere in forse il sommo merito del Fummo
nell'arte sua, o balenare al riconoscerlo?
Quello che è nel suo potere, diciam noi; e siamo certi che
non lo defrauderà della piccola medaglia d'oro. Poca cosa veramente; ma
di più non puote per lo gran vacuo che v' è tra essa piccola medaglia e
la grande, massima ricompensa che gli è dato di disporre. -
I Commissarii, Giuliano Giordano, Nicola Laurenzano, Domenico Prebutti
relatore."
Atti, Istituto d'incoraggiamento alle scienze
naturali, economiche e tecnologiche di Napoli, 1870, p. 253
NAPOLI - "Da ultimo il cav.
Antonio Fummo, notissimo fabbricante di pianoforti, ha presentato testé
un pianomelodio ed un pianoforte verticale, fatti con telai di ferro e
piani di lastre di vetro. Egli vuole con ciò evitare il danno cui vanno
soggetti i pianoforti di legno, quello cioè di perdere in parte la loro
risonanza per cagione dell’umidità sul legno.
Il tempo e mancato alla
Commissione composta dei soci Presutti, Zannotti e Corsi per farne
rapporto, sebbene si possa fin da ora prevedere che i mentovati
istrumenti, per la sperimentata valentia del Fummo, non potranno non
incontrare favorevole accoglienza dall’Istituto. Cosi del pari parecchi
altri rapporti non hanno potuto leggersi per mancanza di tempo; essi
faranno parte de’ lavori accademici del corrente anno."
Atti del R. Istituto d'incoraggiamento di Napoli,
Volumes 23-25, 1872, p. 23-24
NAPOLI - "Il
cav. Antonio Fummo, noto all'Istituto ed al pubblico napolitano da
lunghi anni per i suoi pregevoli trovati nell'arte di fabbricar
pianoforti, ne fece vedere uno, non ha molto tempo, da lui distinto col
nome di Autopiano, perocchè porta nel suo interno un cilindro il quale,
girato da una mano qualunque, produce il suono dalle medesime corde del
pianoforte. Un pianoforte è inutile mobile senza il suonatore.
Intanto per passatempo si
canta non solo nelle veglie familiari, ma si ancora si balla ; ed il
novello istrumento del Fummo permette che, girando un manubrio, si possa
ottenere dall'ordinario pianoforte le suonate indispensabili al ballo.
L'Istituto conferi al cav. Fummo, a questo instancabile artefice,
conformemente alle proposte de' commessari Presutti, Giordano e
Laurenzano, la piccola medaglia di oro."
Atti del R. Istituto d'Incoraggiamento di Napoli,
1872, p. 9
1873
VIENNA - "
Per i riferimenti,
vedere la pagina
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